mercoledì 27 maggio 2015

Il furto dei munch - Barbara Bolzan

SINOSSI “IL FURTO DEI MUNCH” - LA CORTE EDITORE di Barbara Bolzan
Il 5 aprile 2004, un commando mette a segno una spettacolare rapina alla banca di Stavanger, in Norvegia. Il 24 agosto 2004, dal Museo Munch di Oslo vengono sottratti i dipinti L'Urlo e Madonna. Due fatti apparentemente non correlati, ma che trascineranno il lettore in una vertigine di intrighi, pericoli e misteri, portandolo nel cuore del mercato nero, dell'arte e della musica.
Quando i dipinti scompaiono, infatti, lasciando dietro di sé una scia di morte, Agata Vidacovich, coinvolta nel traffico d’arte, tenterà di venire a capo dell'intricata vicenda, mettendo a dura prova le proprie certezze.
Sposata con un pianista di fama internazionale che ha ormai rinunciato alla propria carriera e al quale ha sempre mentito riguardo alla propria vera vita, Agata si ritroverà costantemente sul filo del rasoio, costretta a mettere a repentaglio tutto quello che ha di più caro per venire a capo di questo mistero.
Dove sono finiti i quadri?
Un thriller avvincente, che si snoda tra Milano, Oslo e Trieste e che tiene il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina.


BIOGRAFIA
Barbara Bolzan nasce nel 1980 in provincia di Milano.
Pur non abbandonando mai il suo primo amore per la recitazione, durante l’adolescenza si avvicina al mondo della scrittura e comincia a partecipare con successo a premi letterari nazionali e internazionali.
Pubblica il primo volume di narrativa nel 2004, con la prefazione del Professor Ezio Raimondi (Accademico dei Lincei e docente di Italianistica all’Università di Bologna): un excursus medico-narrativo sulle problematiche adolescenziali associate all’epilessia (AICE, Bologna, 2004).
Nel 2006, in seguito alla vittoria del Premio Internazionale Interrete, pubblica Il sasso nello stagno, un romanzo sul difficile rapporto padre-figlia, nel quale la narrativa procede parallelamente agli studi linguistici e filologici (Prospettiva Editrice, Roma, 2006).
Rya - La figlia di Temarin esce nel 2014 (Butterfly Edizioni, Correggio). Figlio della sua passione per la storia e per la manipolazione della realtà, questo romanzo storico-fantasy costituisce il primo volume della saga che prende il nome dalla sua protagonista (La saga di Rya).
Di recente pubblicazione, L’età più bella (Butterfly Edizioni, Correggio, 2014) riprende in chiave nuova i temi già affrontati in Sulle Scale.
Con Il furto dei Munch, già finalista al prestigioso premio Alabarda d’oro - Città di Trieste 2010 e presentato nel 2012 nel corso della serata conclusiva del Festival di Sanremo, all’interno della rassegna Casa Sanremo Writers, arte e musica si fondono col genere giallo.
Ha tenuto corsi di scrittura creativa nei licei e, attualmente, collabora come editor e illustratrice con diverse realtà editoriali.

Estratti:

EPILOGO
Oslo, 2 settembre 2006
Quando Max morì, già un’altra persona aveva perso la vita, ma nessuno ritenne che i due decessi fossero in qualche modo correlati.
Arne Klungland era un poliziotto. Stava facendo il proprio dovere quando fu raggiunto dalla pallottola.
Era il 5 aprile del 2004. Alla banca di Stavanger, una città a sud della Norvegia, il commando di David Toska stava effettuando quella che fu definita la spettacolare rapina Nokas, nel corso della quale furono sottratti dieci milioni di dollari.
Max morì il 13 febbraio del 2006.
Anche lui stava facendo il proprio dovere. In un appartamento della periferia milanese, sorvegliava una donna del valore di dodici milioni di euro.
Qualcuno si adoperò affinché questo particolare non trapelasse, e la sua morte fu definita un incidente.

Allo stato attuale dei fatti, ciò che l’Organizzazione sa o pensa non mi importa, né mi importa ciò che sa o pensa Iver Berg, l’Ispettore che aveva preso in mano le indagini.
Dopotutto, quale che sia la verità, a ventiquattro mesi esatti dalla scomparsa, una donna è stata ritrovata. È nuda dal busto in su. È sfregiata e sfigurata.
Malgrado ciò, è bellissima.
Lei è bellissima.

Prima che tu lo dica:
sì, hai letto bene. Si tratta dell’incipit.
Sì, lo so perfettamente che l’epilogo si pone alla fine del libro.
Sì, lo so che dovrebbe quanto meno esserci prima un prologo.
Allora: perché cominciare un romanzo dall’epilogo?
Il libro è la domanda.
Il libro è la risposta.


ALTRI ESTRATTI:

Furti:
“In conclusione,” avevo ripreso “generalmente le opere d’arte si rubano perché rappresentano un investimento redditizio.”
“Generalmente? C’è un altro motivo?”
“L’amore.” E questa volta non avevo avuto la minima incertezza.
L’amore è un ottimo motivo.
Non che in sede processuale possa costituire un’attenuante, ma giustifica nel profondo il tuo gesto: hai sfiorato l’oggetto del tuo desiderio, è stato tuo, e tanto ti basta. Hai sofferto per averlo, ma non hai rinunciato. Hai combattuto contro la moralità, la legge, i guardiani, le telecamere. Quando tutto sembrava perduto, quando la faccenda si faceva davvero pericolosa, avresti potuto calare le brache. Invece, sei andato fino in fondo.
No, nessun giudice capirebbe.
L’amore non è contemplato dalla giurisprudenza.


Sevastian 
(l’ex amante)
Sevastian Fyodorov si è sempre mosso con destrezza nel mondo del traffico di opere d’arte.
Era stato innamorato di me, un tempo. Ed io mi ero scoperta a provare attrazione nei suoi confronti. Un giorno di quattro anni fa, però, dopo avermi soffiato sotto il naso un de Chirico sul quale, per conto di Lui, stavo per mettere le mani, Sevastian era sparito.
Aveva continuato ad amarmi da lontano, mi aveva fatto sapere in seguito. Il de Chirico era solo lavoro. L’amore è un’altra cosa.
«Vaffanculo» avevo risposto io.


Giulio
(il marito)
Entra nella stanza col passo di chi non sappia bene dove stia andando, e mi sfiora la spalla con una carezza. Io, seduta in poltrona, mi volto appena. Lo guardo con il malcelato disprezzo che merita ogni uomo che abbia rinunciato a se stesso e alla propria carriera per amore di una donna.




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